A Vela

Alligator

Il Progetto

La classe ILC 40’ è più tecnica e sofisticata della vela d’altura. Per essere competitivo “Alligator” è stato progettato con concetti innovativi e con l’ausilio di calcolo strutturali e di idrodinamica, che hanno dato grande soddisfazione agli illustri timoneri che l’hanno portata, Francesco De Angelis e John Kosteky.

Specifications

Cantiere
Vismara
Modello
V40 ILC
Anno
1993
Lunghezza
12,50 M
Larghezza
3,97 M
Pescaggio
2,60 M
Dislocamento
5700 KG
Superficie velica
110 Mq
Materiale costruzione
Laminato a corpo unico sottovuoto di fibre di vetro e Carbonio
Zavorra
2000 KG

Caratteristiche

Alligator è più lunga e leggera delle altre concorrenti, con una notevole concentrazione dei pesi ottenuta tramite lo sfruttamento strutturale del pozzetto, della tuga ed una rivoluzionaria disposizione degli allestimenti interni.
Con un programma di modellazione è stato ottenuto uno scafo con il bordo libero basso, al minimo consentito dalla categoria, molto tondeggiante in sezione, con pochi slanci, un alto rapporto lunghezza/dislocamento e con delle “terrazze” in coperta per sfruttare al massimo il momento raddrizzante dato dall’equipaggio.
Al fine di sfruttare al massimo le caratteristiche offerte dalla realizzazione in fibra di carbonio, l’insieme barca/compartimentazione interna è stato completamente rivisto: il bagno è a centro barca, sotto l’ingresso, in modo da liberare completamente la prua e creare con il gruppo stipetti/cucina, posto al lato dello stesso, una scatola strutturale centrale molto rigida.
Questo ha permesso inoltre di concentrare tutte le masse al centro e agli strutturisti, con un programma ad Elementi Finiti, di ottimizzare i laminati, ottenendo una struttura monoscocca leggerissima a prua e a poppa.
La particolare configurazione della tuga e del pozzetto hanno inoltre consentito l’eliminazione di tutte le strutture di rinforzo della coperta. Per incrementare la rigidità dell’insieme albero/ bulbo, lo studio ha inoltre ideato un sistema ad incastro della parte superiore del bulbo, dentro la scassa di deriva, solidale alla paratia dell’albero ed al cassone del motore.

Tecnologia

Il notevole risparmio di pesi e l’abbassamento del centro di gravità (ottenuto con l’innovativa struttura), ha permesso di contenere il peso del bulbo, che è stato ridotto di 600 Kg rispetto alla media di queste imbarcazioni. Pertanto è stato possibile con l’Analitycal Methods e il loro programma di fluidodinamica (VS Aero), ottimizzare la pala di deriva e il bulbetto terminale per ottenere un’appendice a elevatissimo allungamento e con un basso coefficiente di resistenza a tutti gli angoli. Per quanto riguarda il piano di coperta e la disposizione delle manovre, un aspetto importante è stato l’eliminazione dei winch sulla tuga, grazie ad un originale meccanismo di tensionatura sottocoperta, che rende altresì la tuga non strutturale e quindi molto più leggera.
Gli altri winch sono tutti incassati in coperta per abbassarne il baricentro, la scotta della Randa corre all’interno dello spessore del sandwich in un tubo di carbonio e tutte le manovre di regolazione fine corrono sottocoperta in particolari canalizzazioni lasciando così la coperta sgombra e abbassando ancor di più i pesi mobili.
Per la costruzione sono state impiegate tecnologie molto sofisticate, quali la laminazione a corpo unico sottovuoto con post-cura dei laminati in forno. Tutti i componenti dell’imbarcazione, come le lande delle sartie, il boma e l’arredamento interno, sono stati realizzati anch’essi in vetro e carbonio sottovuoto.

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